La Luna è:
La memoria
Il sonno
I sogni
Il modo di dormire
L’intensità percettiva
L’emotività
L’equilibrio emotivo
La mutevolezza umorale
La sensibilità
Il sentimentalismo
L’impressionabilità
L’autocommiserazione
L’intuizione
La fantasia
La preveggenza
La pigrizia
L’infanzia
L’infantilismo
La madre
Per una donna, l’istinto materno
Per un uomo, la donna desiderata
Per una donna, la propria immagine femminile
La madre patria
La casa
Il bisogno di proteggersi
Il seno
I liquidi corporei
L’acqua
Il ciclo femminile
I piedi
La parte sinistra del corpo
Esaltazione: Pesci
Domicilio: Cancro
Caduta: Vergine
Esilio: Capricorno
Esaltazione per trasparenza: Sagittario
Domicilio per trasparenza: Leone
Caduta per trasparenza: Gemelli
Esilio per trasparenza: Aquario
La Luna è il corpo celeste più vicino alla Terra, l’unico su cui l’uomo abbia realmente posato i propri piedi in quello che Neil Armstrong, uno degli astronauti che compirono l’impresa, definì «un grande passo per l’umanità». Eppure, pur essendo il pianeta – astrologicamente parlando, perché per gli astronomi si tratta solo di un satellite del nostro mondo – più noto agli umani, è quello che racchiude in sé le sfumature più varie e complesse, impossibili da sintetizzare in poche righe, e non intendo di certo provare a farlo ora. Migliaia e migliaia di pagine sono state scritte sulla Luna e forse sarebbe meglio limitarsi a elencare le sue simbologie piuttosto che banalizzarne la complessità. Per di più sembra molto arduo riuscire a concatenare quelle stesse simbologie in una chiara consequenzialità logica, che pure deve esserci. Mi spiego meglio: dando per scontato che la Luna rappresenta, tanto per citare alcune sue caratteristiche, la donna, le emozioni, la memoria e il sogno, qual è ad esempio il rapporto tra donna e memoria? Proviamo a fare delle ipotesi. Dando per scontato che le donne hanno mediamente una vita emozionale più intensa degli uomini e che la memoria – al di là dei fatti che si rammentano – tramanda spesso emozioni e paure (e talora traumi) sembra quasi che, nell’ordine materiale della vita umana, le emozioni costituiscano un filtro soggettivo, umorale rispetto al mondo esterno. Provo a spiegarmi ancora meglio: se, per esempio, da bambini ci è capitato di romperci una gamba scavalcando in modo goffo o spericolato un muro di recinzione, è probabile che, nel nostro intimo, qualunque muretto sia rimasto associato a qualcosa che potrebbe causarci dolore. Se, per contro, nella primissima infanzia il giorno di Natale abbiamo trovato accanto al camino un bellissimo dono, inconsciamente da quel determinato luogo e da quella determinata data ci aspetteremo qualcosa di piacevole. Si tratta ovviamente di associazioni emotive, in cui il fatto che ci ha lasciato il ricordo non sarà necessariamente destinato a ripetersi, anche se potrebbe farlo. Così il mare magnum degli eventi della vita si accumula nella nostra memoria, dalla quale – talvolta in modo del tutto imprevisto – possono riaffiorare una sensazione, un trauma, una speranza. A volte poi il ricordo non ritorna dal passato ma arriva dal futuro, con i cosiddetti sogni di preveggenza, fenomeno ridicolizzato dagli iper-razionalisti ma ben presente nell’esistenza umana, se pur dimostrabile a fatica. Le emozioni e i ricordi hanno in sé qualcosa di liquido, impalpabile e – guarda caso – le lacrime che costituiscono uno dei principali veicoli della vita emotiva sono composte in gran parte da acqua. Le fasi lunari poi influenzano il ciclo mestruale, che ha un ritmo analogo a quello della Luna, un fatto ormai riconosciuto perfino dalla scienza ufficiale. Il feto, quando è ancora nel grembo materno, deve vivere nel liquido ed è appurato che, nella vita intrauterina, si ha un’intensa attività onirica. E da dove giungeranno i suoi sogni? Una volta poi venuto al mondo, durante i primi mesi di vita il neonato passa la maggior parte del tempo a dormire. Dormire e sognare. E da dove attingerà il “materiale” per i suoi sogni, visto che ha vissuto ancora così poco di suo? Da quel pozzo senza fondo che è la memoria, in cui c’è spazio non solo per i nostri ricordi, ma anche per quelli della nostra stirpe e della specie umana e forse – uso il condizionale solo per una forma retorica di prudenza – per i ricordi del futuro. Custode dei primi mesi di vita del neonato è la donna, che – nella divisione dei sessi – è la più sensibile e convinta dentro di sé del “divenire circolare” dell’esistenza, e qui il cerchio si chiude. Certo, sono stato frettoloso e di certo qualche passaggio mi è sfuggito o forse mi è impossibile comprendere appieno, “logicamente” la visione “circolare”, emozionale della Luna. Meglio allora scendere nei dettagli come la mia Luna in Vergine sa fare e descrivere le sue caratteristiche nei segni.
Per la descrizione della Luna nei vari segni cerca nella pagina sui pianeti nei segni.
Qui invece alcuni studi approfonditi sulle simbologie della Luna
La Luna e il proprio essere donna
La Luna del desiderio per un uomo
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